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schaufelt Millionen mit Dreher
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WO ES
GIBT EIN DREHER
GIBT ES EINEN MANN
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like Giordano... di Lodi
GRANATA - LODI
Nasce a Lodi nei primissimi anni del 1900 e da giovanissimo inizia la gavetta alla Bianchi, dove resta 9 anni ed apprende i trucchi del mestiere. Da appassionato qual’era, apre una bottega a Lodi, all’ombra del Tempio dell’Incoronata dove produce biciclette raffinate per tutta la città sino agli anni 60.
Ho potuto vedere esempi dei suoi mezzi, degli inizi degli anni ’30, costruiti con una cura, che l’allora industria ciclistica più importante non si poteva permettere.
Le parti meccaniche venivano prodotte da i maggiori costruttori (FB per mozzi e guarniture, Regina per le ruote libere e le catene, D’Alessandro per i cerchi in legno, Aquila per le selle e le coperture, ) rigorosamente tutto marchiato Granata in corsivo.
I telai venivano prodotti in proprio nella fucina di via Solferino ed avevano fattezze simili alla Bianchi (serie sterzo integrata) anche con eleganti filettature bicolore e puntali molto belli in stile liberty.
Cresce nella sua bottega, una generazione di meccanici ciclisti che successivamente aprirà attività in proprio nei vari rioni della città, pur continuando ad approvvigionarsi parzialmente da “Zelindu”.
Questo fu l’inizio della fine per Granata. Sentendosi “tradito” dai suoi allievi, chiuse la bottega, e spostò tutto il materiale in un enorme magazzino nei pressi della chiesa della Maddalena. Mise il suo letto su un soppalco all’interno del deposito e fece la guardia sino alla morte , avvenuta ad altre 90 anni, circa nel 1992.
Chi ha potuto vedere, solo pochissimi e fidati amici, racconta di centinaia di telai grezzi, forcelle, parafanghi, carter, mozzi, stemmi, manubri, cerchi ecc. perfettamente incartati e riposti in centinaia di casse di legno.
Purtroppo in pochissimo tempo dopo la sua morte tutto è andato disperso. Solo di tanto in tanto nei mercatini mi capita di vedere qualche traccia di un passato glorioso che non tornerà.
GRANATA - LODI
He was born in Lodi in the early 1900s and at a very young age began his apprenticeship at Bianchi, where he stayed for nine years and learned the tricks of the trade. Being the enthusiast that he was, he opened a workshop in Lodi, in the shadow of the church of the Incoronata, where he produced refined bicycles for the entire city until the 1960s.
I was able to see examples of his vehicles, from the early 1930s, built with a care that the then major bicycle industry could not afford.
The mechanical parts were produced by the major manufacturers (FB for hubs and cranksets, Regina for the freewheels and chains, D'Alessandro for the wooden rims, Aquila for the saddles and covers, ) strictly all branded Granata in italics.
The frames were made in-house at the forge in Via Solferino and had similar features to the Bianchi (integrated headset), even with elegant two-tone threads and very beautiful Art Nouveau-style tips.
In his workshop, a generation of bicycle mechanics grew up, who would later open their own businesses in the various districts of the city, although they continued to be partially supplied by 'Zelindu'.
This was the beginning of the end for Granata. Feeling 'betrayed' by his pupils, he closed his workshop and moved all his material to a huge warehouse near the Magdalena church. He put his bed on a mezzanine inside the warehouse and stood guard until his death at the age of 90, around 1992.
Those who were able to see, only a few trusted friends, tell of hundreds of unfinished frames, forks, mudguards, crankcases, hubs, handlebars, rims etc., perfectly wrapped and stored in hundreds of wooden crates.
Unfortunately, in a very short time after his death, everything went missing. Only from time to time at flea markets do I see some traces of a glorious past that will not return.
Ein Insider
@redo @-LUPO-