Cicli Pavarin
Calcinate del Pesce
(Varese)
brazed by »Vanni« Giovanni Losa
Losa double
bottom bracket shell cut-out
Achille Pavarin (*1930) ha lavorato per vent’anni alla Ganna. E’ stato meccanico di
importanti campioni. Nel 1971 ha brevettato il tacchetto regolabile per il pedale. Nel
1974 apre il proprio laboratorio per realizzare bici da corsa a Calcinate. Con lui lavora il
figlio Roberto, anch’egli meccanico di campioni.
Achille Pavarin (*1930) worked for twenty years at Ganna. He has been mechanic of
important champions. In 1971 he patented the adjustable cleat for the pedal. In
1974 he opened his own workshop to make racing bikes in Calcinate. His son
Roberto, also a champion mechanic, works with him.
http://www.pavarin.com/azienda/storia.html
Achille Pavarin nasce nel 1930: in quel periodo si diventa grandi in fretta e come molti della sua età, a soli 14 anni, prende lavoro come apprendista presso la gloriosa “Ganna” una delle aziende più rinomate per la costruzione di biciclette. Ragazzino sveglio, buona volontà ma soprattutto tanta, tanta voglia di imparare che suscita un particolare interesse da parte dell’azienda che in breve lo inserisce nel reparto corse. Questo incarico stimola in lui il desiderio di “rubare il mestiere” a quei grandi maestri che del loro lavoro hanno fatto uno scopo di vita. Gli insegnano a costruire e riparare telai, forcelle, montare ruote gestire in ogni sua parte una bicicletta compresa una grande quantità di malizie, tanto che nel 1949 viene promosso operaio qualificato. Il suo obbiettivo però è quello di seguire la squadra di professionisti che porta lo stesso nome della ditta. Il suo sogno si avvera l’anno successivo (era il 1950): viene nominato aiuto primo meccanico e partecipa così al suo primo Giro d'Italia Professionisti. Tutto viene messo in discussione nuovamente perché ora la voglia è quella della grande nomina: diventare primo meccanico.Nel 1955 viene consacrato definitivamente
1° Meccanico e in quegli anni assiste atleti del calibro di Fiorenzo Magni, Bini, Logli. Nel 1964 dopo 20 anni di onorato lavoro alla Ganna viene interpellato dall’Ing. Giovanni Borghi proprietario degli stabilimenti Ignis, che lo vuole nel suo Team per assistere atleti di grande spessore come Antonio Maspes (8 volte Campione del Mondo), Ercole Baldini (Campione del mondo), Marino Vigna (Olimpionico a Roma). Vivere a stretto contatto con questi atleti lo costringe ad un continuo impegno, al desiderio di ricercare qualcosa di tecnico e pratico che migliori le prestazioni dell’uomo-atleta. Nel 1971 la sua grande creazione: ottiene il brevetto di invenzione e utilità per il tacchetto regolabile, un dispositivo che serve per vincolare la scarpa del corridore al pedale della bicicletta aumentando le sue capacità di spinta e le sue prestazioni in genere. Con questa creazione e con tutto il bagaglio tecnico professionale che ha ormai “sulle spalle” trova il coraggio per realizzare il suo sogno: nel 1974 apre una bottega artigianale per costruire biciclette da corsa su misura con il marchio “Pavarin”. Lo affianca nell’attività il figlio Roberto che, terminati gli studi, segue l’attività a tempo pieno. Anche lui ha già “nel sangue” il mestiere: infatti dall’età di 9 anni il padre gli ha insegnato a “imbastire” e centrare le ruote. Roberto ha però bisogno di rafforzare le sue esperienze sul campo: nel 1980 all’età di 21 anni segue la squadra dilettanti della Lombardia al Giro d’Italia. L’anno successivo viene contattato dal tecnico nazionale Giosuè Zenoni che lo vuole come meccanico della nazionale Juniores. Nel 1981 Roberto fa il suo esordio come responsabile della Squadra azzurra Juniores nel Gran Premio Stomil in Polonia. Questo è l’inizio di una lunga permanenza nella nazionale italiana di ciclismo che lo vede in prima linea per ben 12 anni come responsabile meccanico, prima nella categoria Juniores poi in quella dilettanti. Assiste anche lui come il padre atleti che hanno lasciato grandi impronte nel mondo delle due ruote come Gianni Bugno,Franco Ballerini, Mario Cipollini. Tanti sacrifici sì, ma anche tante soddisfazioni. Ben 7 sono i titoli iridati che hanno fatto commuovere Roberto nel veder salire un atleta da lui assistito sul gradino più alto del podio. Sicuramente però la sua più grande soddisfazione è la medaglia d’oro conquistata da Fabio Casartelli alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992.
Associato a questo ricordo di grande e immensa gioia vi è purtroppo un triste evento: la tragica scomparsa di Fabio in una tappa del Tour de France. Dal 1992 a oggi la famiglia si ricompone a tempo pieno e padre e figlio mettono a disposizione la loro esperienza maturata sul campo o meglio “sull’ammiraglia” per progettare e costruire biciclette su misura. Assistono e consigliano atleti ad ogni livello comprese persone disabili tra le quali spicca per i suoi successi Fabrizio Macchi. Fabrizio detentore di ben 3 record dell’ora; seppur privo di una gamba è riuscito nel suo ultimo record ad ottenere la notevole media di 38,562 sull’ora, evidenziando grandi qualità atletiche ma soprattutto dimostrando che crederci non è un sogno ma una realtà. Ancora un tassello occorre però citare nella storia di Pavarin per dovere di cronaca o meglio di orgoglio: nel 1997 Achille Pavarin viene decorato con la
dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro su proposta del ministro per il lavoro Treu, e gli viene attribuito così il titolo di “Maestro del Lavoro”. Nonostante tutto ciò, “nell’Officina Pavarin” rimane tutto come prima: volontà, sacrificio, impegno continuo per creare un prodotto che soddisfi in pieno tutte quelle caratteristiche tecnico-qualitative di una bicicletta artigianale fatta su misura.